L'amore anche quello più fugace mi ha lasciato qualcosa di indelebile nel cuore.
25 maggio 2015
1 maggio 2015
Nuvole
Le nuvole si inseguivano, veloci,
legate tra loro da una sottile scia, come se si tenessero per mano. Un
girotondo vorticoso dove, come bambini allegri, forme bizzarre si rincorrevano
prendendosi gioco di lei.
Volevano farsi ammirare e
stuzzicare la sua immaginazione, assumendo le forme più strane: facce
grottesche e un po' buffe, un uomo disteso a riposarsi, un cane divertito a
rincorrere un uccellino, un carretto con varie cianfrusaglie, una casa con
giardino racchiuso da steccati in legno e qua e là regali dal fiocco esagerato.
Il vento soffiava e in alcuni
tratti si aprivano spazi di cielo limpidi, come distese di prato in cui puoi
sdraiarti respirando l'odore di erba bagnata.
Si riposò, chiudendo gli occhi,
assaporando quella dolce sensazione che dava il sentirsi cullati da quella
soffice bambagia, immergendosi nei suoi pensieri.
Di li a poco venne bruscamente
svegliata: tutto il paesaggio attorno a lei era cambiato. Al posto di candide
nuvole, si ritrovò un ammasso informe sempre più fitto dal colore grigiastro.
Non riuscì più a vedere il sole, le nubi si erano trasformate in una spessa e
fitta coltre da cui difficilmente i raggi potevano attraversarla. Una luce
diffusa e autunnale predominava tutt'intorno. Dagli alberi caddero, per le
forti raffiche, foglie e per terra si crearono mulinelli di fogliame.
Il cielo era sempre più
minaccioso, dapprima solo qualche goccia, per poi farsi più insistente, tanto
che ebbe bisogno di un riparo.
Sembrava ormai dimenticato quel
gioco che qualche minuto prima l'aveva divertita. Le gocce erano diventate come
secchi d'acqua che cadevano con irruenza, interminabili e creavano qua e là
pozzanghere.
Il rumore era assordante.
Stava a guardare, sotto quel
ricovero di fortuna, come intorno a lei ogni forma vivente in pochi istanti
cercasse un rifugio dall'acquazzone improvviso.
La legge della natura fu l'unico
arbitro: il più veloce che riusciva a salvarsi continuava a vivere, gli altri
che non lo trovarono, furono trasportati dai piccoli rivoli che si erano
formati.
Eliza Bennet
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