31 marzo 2015

Un sorriso


Vorrei vederti sorridere
e credere che ci sarà un domani migliore.


Vorrei regalarti un sorriso
come quello che tu hai dato a me.


Farti vedere con i tuoi occhi
che il sogno tanto atteso e desiderato esiste.


Vorrei veder i tuoi occhi luccicare
come tu li hai fatti brillare a me.


Vorrei regalarti ogni giorno un sorriso
e credere che non molto lontano
staremo insieme mano nella mano.


Guardare il sole sorgere
e dirti non sei più solo
perché hai me e un sorriso.

Eliza Bennet

24 marzo 2015

Il miracolo di una voce


Quando chiuse gli occhi sentì nuovamente la sua voce, quasi che fosse parte di lei da sempre. Una parola sentì pronunciare: il suo nome, come un mantra.

Riaprì gli occhi e ancora quel mistero continuava, tutte le volte che lo sentiva ripetere generava in lei una forza misteriosa, non sentiva più di essere sola. Avvertiva che in lei non c’era una sola persona ma due. Era una voce delicata, musicale, forte e decisa allo stesso tempo.  In lei vivevano due guerrieri, uno visibile, l’altro in uno stato di puro spirito: erano forti, a volte agguerriti, altre volte invece erano  in uno stato di veglia, ma al primo segnale di pericolo si svegliavano ed erano pronti ad attaccare. 

Non doveva più indugiare o avere incertezze, c’era e basta. Tutte le volte che sentiva smarrimento o ne aveva bisogno bastava che la richiamasse e sistematicamente si faceva sentire.

Sentirlo come esserci veramente.  Era il suo segreto che custodiva da un po’ di giorni, nonostante molte cose non andassero come desiderava. Era sempre quella voce a spronarla, quasi a darle la carica per poter affrontare ogni difficoltà le si presentasse. Sapeva che c’era, era lì, nel suo cuore. Riusciva a trovare l’entusiasmo nel far cose che in altri momenti  non avrebbe fatto. Trovava una forza senza eguali: riusciva a sorridere nonostante vi fossero problemi irrisolti.

Non era più sola, sapeva che ce l’avrebbe fatta in un modo o nell’altro. L’importante era concentrarsi, desiderare fortemente quel suono a lei caro ed ecco, avvertirla nuovamente!

La voce invadeva il suo cuore, il suo spirito, il suo corpo per poi percepirla in una stretta di mano. Era così intensa, che non dubitò mai che lui l’avrebbe lasciata.

Eliza Bennet

20 marzo 2015

Benvenuta Primavera!



Gli alberi lungo la strada sembravano vestiti a festa: indossavano finalmente il loro abito migliore, avevano riposato per tutto l’inverno e poi dopo una pioggia era apparso finalmente un sole caldo. Con quel tepore i germogli fecero il loro primo capolino. Nei giorni successivi, poi  l’aria non era stata più così fredda tanto che non ebbero più il timore di far schiudere i loro piccoli e vivaci fiori.


Ed eccoli finalmente, dopo pochi giorni farsi ammirare in tutto il loro splendore: un viale adornato con chiome paffute dal colore appena rosaceo. Tutti in fila come ballerini con indosso il frak, dal color rosa pastello a invitarti in questa danza.


La giornata era incominciata, con il solito frastuono, i soliti rumori. Tutti erano assorti nella vita di tutti i giorni. La saracinesca del panettiere, come quella del ferramenta occupati nello svolgere come consueto il loro lavoro. Il commesso come tutte le mattine aveva il compito di portar fuori le solite vettovaglie nella speranza di esser vendute, così come il panettiere aveva preparato il pane e i biscotti di pasta frolla esponendoli sul suo bancone. Ogni giorno compievano  la stessa azione.


L’inverno era dimenticato, il tepore dei raggi mattutini e la luce così forte già a quell’ora,  ti fece capire che un nuovo giorno era incominciato, così ti affacciasti e ammirasti i ballerini festanti che si tenevano per mano. Ti stavano invitando a fare con loro un nuovo ballo e a godere con te la festa. Non riuscisti a frenare il richiamo, scendesti subito le scale, senza porti nessuna domanda e farti partecipe di quell’atmosfera.


Una fisarmonica introdusse una canzone a te conosciuta. In principio la danza ebbe note lente, cadenzate in un ritmo malinconico. Essa raccontava il tempo appena trascorso e la lunga attesa invernale, il tepore custodito in piccole alcove, il buio appena rischiarato da sottili candele e il tempo come fosse dilatato. Poi tutto ad un tratto la melodia si fece più veloce, incalzante diventando un canto corale. Le braccia non riuscisti più a fermarle, le gambe avanzavano sul viale quasi che tu stessi ballando un valzer. Piroette, piccoli salti descrissero questa immensa voglia di vivere.
 
Benvenuta Primavera!

Eliza Bennet

14 marzo 2015

Ho sentito


Leggere labbra
hanno sfiorato
il solco del mio cuore.
I muscoli hanno vibrato.
Tutto intorno ha taciuto:
è penetrato dentro
quel
soffio di dolore.
Grande
e inarrestabile.
Ho toccato
il sangue: il rosso.

Eliza Bennet
28 novembre ‘98
Double “The Capitan of heart”

9 marzo 2015

Su di me

Non conosco il profilo del tuo viso.
Non conosco le linee delle tue mani.
Non conosco il colore dei tuoi occhi.

Sento la tua forza
che mi trascina.
Sento le tue carezze
in quest’aura.

Sulla mia pelle
la tua passione.

Eliza Bennet 
20 giugno 2006

3 marzo 2015

Due cuori



Due cuori appesi

sul filo della vita.


Dondolano

sfiorati da aliti di vento.


Li accarezza

una melodia.


È la loro voce.


Invisibili sguardi,

sussurri ancestrali.


Misteriosamente

Si presero per mano.

Eliza Bennet