Hai
comprato un libro in cui si parla di loro: le anoressiche e cercato sul
vocabolario l’esatto significato, ma tu di quel mondo non fai parte. Le
guardi con stima nella loro incredibile magrezza e perfezione.
Tu
non sarai mai quella magra dal fisico longilineo e asciutto, che riesce
a controllare l’istinto della fame, a dire “no non mangio”.
Per te il cibo è un amico e un traditore.
Si
proprio così: ti attira per la gola, per il bisogno che tu hai di lui,
ma poi ti tradisce perché ti fa vedere in quel rotolo di pancia che tu
non sei perfetta.
Hai
perso tanti chili, ma dietro l’angolo c’è uno spettro che fino a quel
momento non avevi assolutamente considerato: riprenderli. Quando
mangiavi e possedevi questa zavorra non ti eri posta minimamente il
problema: il cibo era il tuo rifugio, la tua coccola, il tuo conforto
quando qualcosa non andava.
Adesso
però che avevi fatto tutti questi sacrifici, sforzi e conquistato
quella mitica taglia, no, non puoi sbagliare, non puoi tenerti ancora
dentro di te questa zavorra.
Non puoi sbagliare.
Hai
dovuto incassare un “no” dal tuo lui perché volevi vederlo e ti sei
rifugiata come un bambino bisognoso di affetto, sul cibo, complice una
vaschetta di gelato.
La finisci senza neanche pensarci, gustandoti in solitudine quel peccato di gola.
Una
voce dentro di te si fa forte e ti rimprovera: “Brava, l’hai mangiato
tutto e credi di poter tenere dentro questa porcheria? Come ti sei
permessa. Io voglio essere magra. Non volevo mangiare. Trova una
soluzione immediatamente. Io non lo voglio, ti odio per avermi tradito.
Io voglio essere perfetta”.
Di
corsa corri in bagno e ti senti in colpa per quello che ti sei fatta.
Ti punisci perché sai che mangiando quella linea la perderai in breve
tempo. Non ci pensi su due volte: infili due dita in gola e nonostante
fai fatica vomiti tutto. Devi assolutamente liberarti di tutto quel
veleno. Non importa se piangi, se stai male.
Il tuo corpo si libera: ti senti svuotata dal veleno che voracemente qualche minuto prima avevi ingoiato.
Senti
degli spasmi. Adesso che sei libera sei prigioniera del senso di colpa.
Il tuo stomaco è vuoto, ma senti il peso del non essere riuscita a
controllarti, non hai accettato che tu potessi fallire. Sempre quella
voce che prima ti rimproverava adesso si è fatta tenera e dice: ”Brava,
così si fa, sei stata brava.”
Sei sola e non lo confidi a nessuno. Soltanto quei muri hanno visto tutto e custodiranno il tuo segreto.
Eliza Bennet