Gli alberi lungo la strada
sembravano vestiti a festa: indossavano finalmente il loro abito migliore,
avevano riposato per tutto l’inverno e poi dopo una pioggia era apparso finalmente
un sole caldo. Con quel tepore i germogli fecero il loro primo capolino. Nei
giorni successivi, poi l’aria non era
stata più così fredda tanto che non ebbero più il timore di far schiudere i
loro piccoli e vivaci fiori.
Ed eccoli finalmente, dopo pochi
giorni farsi ammirare in tutto il loro splendore: un viale adornato con chiome
paffute dal colore appena rosaceo. Tutti in fila come ballerini con indosso il frak,
dal color rosa pastello a invitarti in questa danza.
La giornata era incominciata, con
il solito frastuono, i soliti rumori. Tutti erano assorti nella vita di tutti i
giorni. La saracinesca del panettiere, come quella del ferramenta occupati
nello svolgere come consueto il loro lavoro. Il commesso come tutte le mattine
aveva il compito di portar fuori le solite vettovaglie nella speranza di esser
vendute, così come il panettiere aveva preparato il pane e i biscotti di pasta frolla
esponendoli sul suo bancone. Ogni giorno compievano la stessa azione.
L’inverno era dimenticato, il
tepore dei raggi mattutini e la luce così forte già a quell’ora, ti fece capire che un nuovo giorno era
incominciato, così ti affacciasti e ammirasti i ballerini festanti che si tenevano
per mano. Ti stavano invitando a fare con loro un nuovo ballo e a godere con te
la festa. Non riuscisti a frenare il richiamo, scendesti subito le scale, senza
porti nessuna domanda e farti partecipe di quell’atmosfera.
Una fisarmonica introdusse una
canzone a te conosciuta. In principio la danza ebbe note lente, cadenzate in un
ritmo malinconico. Essa raccontava il tempo appena trascorso e la lunga attesa
invernale, il tepore custodito in piccole alcove, il buio appena rischiarato da
sottili candele e il tempo come fosse dilatato. Poi tutto ad un tratto la
melodia si fece più veloce, incalzante diventando un canto corale. Le braccia
non riuscisti più a fermarle, le gambe avanzavano sul viale quasi che tu stessi
ballando un valzer. Piroette, piccoli salti descrissero questa immensa voglia di
vivere.
Benvenuta Primavera!
Eliza Bennet
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