20 marzo 2015

Benvenuta Primavera!



Gli alberi lungo la strada sembravano vestiti a festa: indossavano finalmente il loro abito migliore, avevano riposato per tutto l’inverno e poi dopo una pioggia era apparso finalmente un sole caldo. Con quel tepore i germogli fecero il loro primo capolino. Nei giorni successivi, poi  l’aria non era stata più così fredda tanto che non ebbero più il timore di far schiudere i loro piccoli e vivaci fiori.


Ed eccoli finalmente, dopo pochi giorni farsi ammirare in tutto il loro splendore: un viale adornato con chiome paffute dal colore appena rosaceo. Tutti in fila come ballerini con indosso il frak, dal color rosa pastello a invitarti in questa danza.


La giornata era incominciata, con il solito frastuono, i soliti rumori. Tutti erano assorti nella vita di tutti i giorni. La saracinesca del panettiere, come quella del ferramenta occupati nello svolgere come consueto il loro lavoro. Il commesso come tutte le mattine aveva il compito di portar fuori le solite vettovaglie nella speranza di esser vendute, così come il panettiere aveva preparato il pane e i biscotti di pasta frolla esponendoli sul suo bancone. Ogni giorno compievano  la stessa azione.


L’inverno era dimenticato, il tepore dei raggi mattutini e la luce così forte già a quell’ora,  ti fece capire che un nuovo giorno era incominciato, così ti affacciasti e ammirasti i ballerini festanti che si tenevano per mano. Ti stavano invitando a fare con loro un nuovo ballo e a godere con te la festa. Non riuscisti a frenare il richiamo, scendesti subito le scale, senza porti nessuna domanda e farti partecipe di quell’atmosfera.


Una fisarmonica introdusse una canzone a te conosciuta. In principio la danza ebbe note lente, cadenzate in un ritmo malinconico. Essa raccontava il tempo appena trascorso e la lunga attesa invernale, il tepore custodito in piccole alcove, il buio appena rischiarato da sottili candele e il tempo come fosse dilatato. Poi tutto ad un tratto la melodia si fece più veloce, incalzante diventando un canto corale. Le braccia non riuscisti più a fermarle, le gambe avanzavano sul viale quasi che tu stessi ballando un valzer. Piroette, piccoli salti descrissero questa immensa voglia di vivere.
 
Benvenuta Primavera!

Eliza Bennet

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