Si
era girata e rigirata più volte in quel letto. Era presto per alzarsi,
ma tutti i pensieri, le ansie non la lasciavano stare. In tutti questi
mesi non era riuscita a trovare una soluzione. Aveva cercato dappertutto
un qualsiasi posto di lavoro, ma nulla. Le risposte erano sempre le
stesse: troppo qualificata, troppo filosofa, sprecata per fare un lavoro
più semplice per le sue abilità, “curriculum interessante, le faremo
sapere”. Le risposte dopo due anni di ricerca erano state sempre le
solite. Ottenere un lavoro sembrava un muro invalicabile a cui lei non
aveva diritto.
Si
era scontrata con tanti ostacoli: aveva un’età di “donna fertile”,
l’ambiente esclusivamente maschile e maschilista. Non bastava “dire e
saper fare”, lo doveva eseguire molto bene, essere veloce nel capire le
problematiche e trovare una possibile soluzione.
Non
aveva perso la speranza, ma l’ultimo colloquio la fece riflettere. Si
pose una domanda: è la mia strada? È veramente quello che desidero?
Silenzio.
La risposta era talmente sincera che le fece paura. Aveva obbligato se
stessa a perseguire un corso di studi lontanissimo dalle sue
aspirazioni, aveva studiato e nonostante tutto era riuscita a
conseguirlo. Ma adesso, guardava il suo percorso e vedeva solo
tantissima fatica, pochi risultati e un incredibile stress.
Ancora
una volta la stessa domanda: “Sei proprio sicura di voler continuare su
questa strada? Ti sto guardando, vedo solo un’anima in mille pezzi, sai
quanta fatica dovrò fare per ricostruire tutto? Smettila di torturarti,
sono stanco anch’io di vederti soffrire in questo modo. Le tue lacrime
sembrano gocce di sangue.”
Silenzio.
Si
alzò senza sapere cosa doveva cambiare. In questi ultimi mesi aveva
coltivato come un giardino prezioso le sue passioni: la lettura, il
ricamo, la cucina, il giardinaggio, sistemato la casa rendendola più
graziosa. Aveva fatto lavorare la mente e le mani, ma quella mattina non
riusciva a togliersi quel senso di sconfitta nel non essere riuscita
con la preparazione e lo studio quello che si era prefissata.
Non riusciva a fermare le lacrime: avevano il sapore amaro del fallimento.
Forse era proprio lì la risposta: non insistere. Il suo mondo era ricco di tantissime cose, in fondo non le mancava nulla.
Eliza Bennet
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