8 settembre 2014

Giochi di bambina

Una bambina normale con tanta voglia di vivere. Quando eri piccola riuscivi a contagiare anche la persona più scontrosa e arcigna richiamando la sua attenzione con un sorriso e un saluto.

Sei sempre stata così.

Ti bastava poco per farti felice: non avevi tante bambole, le trattavi con cura, gli abitini li creavi con dei fazzolettini ricamati regalati dalla mamma, che posizionati abilmente ai tuoi occhi, diventavano con l’ausilio di nastri dei preziosi abiti da sera.

Quanti sogni! Quante storie infinite inventavi.

Non era necessario avere la sedia o il mobiletto giusto: ai tuoi occhi un pezzo di legno diventava un letto a baldacchino dove poter riporre la tua bambola per farla riposare.

A volte avresti voluto giocare con tuo papà, ma ti bastava essere con lui nel soggiorno, che alzasse il volume dello stereo costruito dalle sue abili mani, e di colpo muovesse le braccia come un maestro d’orchestra.

Dovevi stare in assoluto silenzio e ascoltare.

Quella volta ti stupì quando mise il 33 giri con la sinfonia “La Cenerentola” di Gioachino Rossini: si era immedesimato a tal punto da non voler essere distolto da quella melodia e cogliere tutte le sfumature di ogni singolo strumento.

Fu una delle prime volte che incominciasti a sognare ad occhi aperti, immaginando di vivere realmente quella favola tanto conosciuta e raccontata in musica. Di fronte a te, le sorellastre, la matrigna e poi quasi per incanto con un tocco di bacchetta fatata indossare quel vestito color cielo. Le parole erano sostituite alle note e intuivi i passaggi dove c’era il momento di tristezza oppure il fatidico gran ballo con il principe. Non potevi parlare, ma ti era concesso seguire la musica.

Tuo padre era felicemente assorto e si stava regalando quel momento di libertà. Tu ne godevi perché potevi stare finalmente vicino a lui.

Quel pomeriggio hai desiderato che un giorno saresti diventata anche tu una Donna e orgoglio di tuo Padre.

Eliza Bennet

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