Prendi sonno, la
coperta che ti avvolge ti protegge e allo stesso tempo riesce ad allontanare i
pensieri. Lentamente socchiudi gli occhi e incominci a sognare…
Ti alzi, ma le mura
che ti circondano sono diverse da quelle in cui ti sei addormentata: sono color
carta da zucchero. Hai l’impressione di
essere già stata in quel luogo, ha qualcosa di familiare. Esci dalla stanza e
ti ritrovi in un lungo e largo corridoio da cui si affacciano una dietro
l’altra diverse porte. Ti fermi e stupita ti guardi intorno: sei nella casa dei
nonni materni.
Ti affacci in quella
che credi sia la sala da pranzo. Hai l’impressione che se ne siano andati da un
paio d’ore. Avverti un leggero languore, guardi la frutta su un vassoio e
prendi un fico nero. Lo odori, lo sbucci e aprendolo ne ammiri il rosso vivo e
lo gusti piano piano.
Sei curiosa di esplorare
tutti i vari ambienti. Ti sembra strano, quasi irreale, eppure sei lì: nell’appartamento
dei tuoi nonni, posseduto per tantissimo tempo alla tua famiglia. L’arredamento,
così come ogni oggetto o quadro, lo conosci bene perché fa parte della tua
storia, sai che proviene da questa antica dimora. Credevi di aver perduto per
sempre quel luogo così caro, invece eccolo qui, davanti a te.
Dalla cucina, piccola
e raccolta, vieni subito rapita dall’odore che sprigiona la marmellata di mele
cotogne. Su una credenza tua nonna le ha lasciate raffreddare, mettendola nelle
formine di terracotta. Il profumo ti invita ad assaggiarne un po’: delicato
sapor di mela con una nota asprigna. Sei divertita dal poter curiosare senza
che nessuno controlli i tuoi movimenti. Ti piace lasciare qua e là qualche
traccia del tuo passaggio. Tua nonna sarà contenta di trovarsi una ciotolina
vuota? Non hai saputo resistere, mentre camminavi una formina di cotognata l’hai
finita tutta e stai ancora leccando i resti.
Poi fissi il corridoio
e ritorni bambina: prendi la rincorsa dall’ingresso e corri per tutta la
lunghezza, scivolando alla fine sul pavimento.
Avresti voluto
abbracciare i nonni, ma di loro nessuna traccia neanche nella stanza da letto.
Rimani sulla soglia ad osservare con quel rispetto che si ha verso un luogo
sacro anche se non c’è nessuno. La stanza è semplice: un letto con sopra un
immagine della Madonna con Gesù Bambino, ai lati due comodini con alti
sportelli, l’armadio basso a quattro ante e un comò con una toletta. Ti
avvicini, attenta a non inciampare, guardi la boccetta di profumo e ne respiri
la fragranza. “Chissà dove sono andati” ti chiedi, osservando la solida spazzola
lasciata sul comò. Su un omino porta abiti noti la giacca da uomo dal taglio
sartoriale. La tocchi e noti la raffinatezza della stoffa. Il nonno ha sempre
avuto buon gusto nel saper scegliere ogni cosa. La accarezzi quasi immaginando
di potergli accarezzare la sua spalla, guardarlo e fargli tante domande.
Senti una finestra
sbattere e cerchi di capire dove si possa trovare, ma ti svegli e capisci
che stavi sognando.
Eliza Bennet
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