19 febbraio 2015

Sogno o realtà


Prendi sonno, la coperta che ti avvolge ti protegge e allo stesso tempo riesce ad allontanare i pensieri. Lentamente socchiudi gli occhi e incominci a sognare…


Ti alzi, ma le mura che ti circondano sono diverse da quelle in cui ti sei addormentata: sono color carta da zucchero.  Hai l’impressione di essere già stata in quel luogo, ha qualcosa di familiare. Esci dalla stanza e ti ritrovi in un lungo e largo corridoio da cui si affacciano una dietro l’altra diverse porte. Ti fermi e stupita ti guardi intorno: sei nella casa dei nonni materni.  


Ti affacci in quella che credi sia la sala da pranzo. Hai l’impressione che se ne siano andati da un paio d’ore. Avverti un leggero languore, guardi la frutta su un vassoio e prendi un fico nero. Lo odori, lo sbucci e aprendolo ne ammiri il rosso vivo e lo gusti piano piano. 


Sei curiosa di esplorare tutti i vari ambienti. Ti sembra strano, quasi irreale, eppure sei lì: nell’appartamento dei tuoi nonni, posseduto per tantissimo tempo alla tua famiglia. L’arredamento, così come ogni oggetto o quadro, lo conosci bene perché fa parte della tua storia, sai che proviene da questa antica dimora. Credevi di aver perduto per sempre quel luogo così caro, invece eccolo qui, davanti a te. 


Dalla cucina, piccola e raccolta, vieni subito rapita dall’odore che sprigiona la marmellata di mele cotogne. Su una credenza tua nonna le ha lasciate raffreddare, mettendola nelle formine di terracotta. Il profumo ti invita ad assaggiarne un po’: delicato sapor di mela con una nota asprigna. Sei divertita dal poter curiosare senza che nessuno controlli i tuoi movimenti. Ti piace lasciare qua e là qualche traccia del tuo passaggio. Tua nonna sarà contenta di trovarsi una ciotolina vuota? Non hai saputo resistere, mentre camminavi una formina di cotognata l’hai finita tutta e stai ancora leccando i resti.


Poi fissi il corridoio e ritorni bambina: prendi la rincorsa dall’ingresso e corri per tutta la lunghezza, scivolando alla fine sul pavimento.


Avresti voluto abbracciare i nonni, ma di loro nessuna traccia neanche nella stanza da letto. Rimani sulla soglia ad osservare con quel rispetto che si ha verso un luogo sacro anche se non c’è nessuno. La stanza è semplice: un letto con sopra un immagine della Madonna con Gesù Bambino, ai lati due comodini con alti sportelli, l’armadio basso a quattro ante e un comò con una toletta. Ti avvicini, attenta a non inciampare, guardi la boccetta di profumo e ne respiri la fragranza. “Chissà dove sono andati” ti chiedi, osservando la solida spazzola lasciata sul comò. Su un omino porta abiti noti la giacca da uomo dal taglio sartoriale. La tocchi e noti la raffinatezza della stoffa. Il nonno ha sempre avuto buon gusto nel saper scegliere ogni cosa. La accarezzi quasi immaginando di potergli accarezzare la sua spalla, guardarlo e fargli tante domande.


Senti una finestra sbattere e cerchi di capire dove si possa trovare, ma ti svegli e capisci che stavi sognando.


Eliza Bennet

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