Quando eravamo piccole, tutte insieme.
Tanto fracasso, noi, le piccole, non stavamo ferme un attimo.
Ricordi di estati in campagna e in quella minuscola casetta.
Per
poter respirare libertà ti bastava essere in mezzo agli alberi, mentre
toccavi la terra, o ti costruivi la “casetta sotto l’albero”.
Potevi mangiare la frutta appena staccata dal ramo, i tuoi vicini erano le formiche, lucertole, gechi e qualche rana.
Trascorrevano
così le giornate di bambina e adolescente: sognando di vivere aldilà
della collina, guardando il mare di fronte a te, mentre un motoscafo
lasciava la sua scia.
In quelle giornate assolate, dopo una giornata al mare dal tuo amico d’infanzia.
La
sera un tripudio di grilli davano il benvenuto ad una cupola di
infinite stelle sopra di te. In silenzio ascolti, ti guardi un po’ e ti
senti piccolo.
Quella
lampadina vicino all’aiuola ti fa compagnia e quasi ti rassicura che
non devi avere timore ad andare dove non c’è luce. Quegli scalini li
guardi bene, a volte sembrano quasi un trampolino, tu invece li
vorresti saltare tutti d’un fiato.
Sembra che tutto intorno a te possa avere un’anima, una voce. Solo apparentemente sono immobili.
Una scia di profumo di belle di notte ti distoglie dai tuoi pensieri e torni in casa.
Eliza Bennet
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